Prestiti velocissimi: importi erogati e calcolo degli interessi, guida completa

Prestiti velocissimi - importi erogati e calcolo degli interessi, guida completa

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Forse perché indebitarsi non piace a nessuno, ma in passato  il concetto di prestito, veniva visto troppo spesso in maniera negativa. Era considerato roba da indigenti, da persone che non riuscivano a sbarcare il lunario.

Recentemente invece, il progressivo sviluppo di Internet ha visto crescere enormemente il numero di banche e finanziarie varie che basano il proprio modello di business sui prestiti in denaro. In tal modo si è diversificata parecchio l’offerta rendendo spesso il finanziamento conveniente anche per i soggetti economicamente non svantaggiati.

I costi di restituzione del capitale rappresentano senza dubbio l’elemento principale attraverso cui è possibile stabilire se un prestito risulta essere o meno conveniente.  In questa guida cercheremo di capire quali siano questi oneri e come fare per calcolarli.

Chi concede i finanziamenti

Citando una vecchia pellicola di Woody Allen possiamo affermare che “Un prestito altro non è che una vendita di denaro, pagato con altro danaro”.

Ma chi è autorizzato a vendere denaro?

Lo possono fare solo le Banche e gli intermediari finanziari regolarmente iscritti nell’apposito albo di proprietà della banca d’Italia.

I prestiti erogabili da questi soggetti fondamentalmente possono essere suddivisi in:

  1. Finalizzati
  2. Non Finalizzati

Nel primo caso il prestito è strettamente legato all’acquisto di un oggetto o di un servizio. Le pratiche di richiesta vengono istruite direttamente nel punto vendita (ufficio o sito web in cui si acquista) che si preoccuperà di inserire nel contratto l’oggetto o il servizio finalizzato al finanziamento.

Nel secondo caso invece abbiamo un prestito che è l’esatto contrario del primo. In pratica è un finanziamento utilizzabile liberamente dal richiedente. Esempi tipici di prestiti non finalizzati sono i prestiti personali e la cessione del quinto dello stipendio.

Quale importo può essere prestato dalla banca?

Istruire le pratiche di un prestito significa anche indicare alla banca la somma da richiedere.

È il cliente infatti che sceglie l’ammontare del denaro da erogare.

Ovviamente al potenziale creditore è demandato di valutare se tale richiesta risulti essere proporzionata alle possibilità economiche del cliente. In soldoni, se la mia richiesta di prestito è diecimila Euro, e io posso disporre di un’entrata fissa mensile di poche centinaia di Euro sarà molto probabile che la cifra pretesa venga giudicata eccessiva. Naturalmente fatte salve eventuali garanzie aggiuntive date alla banca.

I fattori determinanti perché venga giudicata congrua l’erogazione di una somma a prestito sono:

  1. Dimostrare di possedere un’entrata fissa.
    Mi verrà chiesto di esibire una busta paga o un cedolino pensionistico.
  2. Garantire la cifra attraverso dei beni.
    Se posseggo dei beni posso esporli a garanzia della restituzione del denaro.
  3. Avere un età anagrafica giudicata non a rischio.
    Di solito fino ai 70-75 anni si riesce ad ottenere senza troppe complicazioni un prestito. Ovviamente dipende dalla finanziaria a cui ci si rivolge.

Non necessariamente occorre possedere tutte e tre i fattori sopra elencati, tuttavia l’età è quello da cui non è possibile prescindere. Contrariamente a quello che si pensa è l’età il punto su cui gli istituti di credito sono più puntigliosi e a cui danno maggiore risalto. Diciamo che i problemi maggiori sorgono quando gli over 80 richiedono prestiti di cifre considerevoli. In questo caso, visto l’elevato rischio di non veder restituito il capitale, la banca tenderà a comprimere i tempi di restituzione diminuendo la cifra massima erogabile e gonfiando le rate. Stiamo parlando comunque di una percentuale di richiedenti veramente bassa.

In sostanza più il debitore è avanti con gli anni, più sarà basso il capitale prestato.

Prestiti veloci: costi di restituzione

In precedenza abbiamo definito un prestito come la vendita di denaro, da un creditore ad un debitore, barattato con altro denaro da restituire in rate mensili. La differenza fra la somma delle rate e il capitale prestato costituisce il guadagno della banca o anche il costo complessivo a carico del debitore.

In maniera molto superficiale, in molti identificano la gravosità del prestito guardando solo al numero e all’importo delle rate da versare, senza soffermarsi sull’analisi di ciascuna voce costituente ogni singola rata.

Di seguito diamo un’occhiata a quelle che potenzialmente potrebbero essere queste voci di spesa:

  • Tasso d’interesse
  • Tan
  • Costi relativi all’istruttoria
  • Costi di apertura e chiusura di ciascuna pratica
  • Costi di incasso di ciascuna rata
  • Costi relativi a polizze assicurative

In fase di istruttoria, la finanziaria è tenuta a mostrarci un documento: il SECCI. Al suo interno sarà possibile leggere in maniera dettagliata tutte le spese legate alla stipula del contratto di prestito (alcune in maniera grossolana le abbiamo già elencate).

Questi costi ci vengono addebitati in parte in un’unica soluzione (all’atto di apertura o di chiusura del contratto) e in parte inglobandoli nelle rate mensili di restituzione.

Calcolo della rata di un prestito: TAN e TAEG

Come abbiamo già visto, le rate di un prestito rappresentano l’elemento su cui più ci si sofferma per comparare le varie offerte presenti sul mercato, così da scegliere quella più conveniente. Esistono infatti tutta una serie di costi accessori (o parametri di spesa) che possono incidere significativamente sul loro calcolo.

Per questo scopo i due parametri principali di cui si tiene conto sono:

  • Il TAN
  • Il TAEG
Per legge, in ogni contratto di finanziamento deve essere ben messo in evidenza il TAN (Tasso Annuale Nominale), ossia il rendimento che otterrà il finanziatore dalla somma di denaro prestata.

Il TAN viene espresso utilizzando un valore percentuale (rapportato alla somma richiesta) su base annua.

La Banca d’Italia è, per legge, chiamata a vigilare affinché detto valore non superi il 25%, soglia sopra la quale si prefigura il reato di usura.

Il TAN può essere fisso o variabile ed è considerato un tasso d’interesse puro, ovvero che non tiene conto di oneri aggiuntivi tipici delle pratiche di finanziamento. L’ammontare complessivo del TAN viene solitamente spalmato nelle rate mensili di restituzione del prestito.

Il parametro che incide maggiormente nei costi di un prestito è però il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Questo comprende tutte le spese da sostenere quando viene richiesto un finanziamento, incluse quelle accessorie (commissioni, imposte, polizze di assicurazione, ecc.).

Il TAEG viene espresso utilizzando una cifra percentuale (su base annua) espressa in rapporto alla somma erogata dal prestito. In particolare il TAEG risulta utile per la comparazione delle offerte di prestito presenti sul mercato. Infatti comparando questo parametro sarà possibile stabilire con esattezza se un finanziamento è più o meno conveniente rispetto ad un altro.

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